LA SAVANA COME LA VITA: STORIA DI ANDREA.
Non sono solita raccontare storie di altri nel mio blog, chi mi segue sa che mi occupo della mia vita, ma quando mi imbatto in persone la cui esperienza può essere d´esempio o in persone nelle quali vedo “la differenza”… ecco, in quel caso mi piace occuparmi delle “vite degli altri”.
È avvenuto con Gabriele Rubini (conosciuto da tutti come Chef Rubio), ed è ora il caso di Andrea Pompele.
Guardateli, vi pare che abbiano qualcosa in comune? Il primo fa lo Chef e il secondo l´Overland Guide (guida per Safari in Africa).
“Son brutti tutti e due” direte voi 😀
Già, né uno né l´altro si possono vedere! 😀
Tipo che se vi suonano alla porta reagite con un “pussa via, bruttone, sì via tu con quei tatuaggi e tu con quei 2 metri di biondaggine pseudo svedese” 😀
Apparentemente sembra che i due ragazzi non abbiano nulla in comune, in realtà chiacchierando con tutti e due siamo arrivati alla stessa conclusione per entrambi: nella vita se vuoi puoi, ti prefiggi un obiettivo e lavori per raggiungerlo.
La storia di Gabriele ve l´ho già raccontata qui e ora vi racconto con molto piacere quella di questo ragazzone che viene da Aosta (come me)!
Andrea nasce ad Aosta, 32 anni fa, e si trasferisce a Parma per frequentare l´Università.
La sua passione per l´Africa lo accompagna sin da bambino, divora i documentari di Quark (quelli che tutti ci ricordiamo, col buon vecchio Piero Angela che ci portava in mondi così lontani e così affascinanti,) e vivendo in una vera e proprio “riserva naturale” formato regione quale è la Valle d´Aosta, viene rapito dalla forza della natura.
Così completa i suoi studi in biologia e diventa etologo con la specializzazione in ecologia.
Tanti sacrifici, tanto studio, tante speranze… e tante porte che si chiudono in faccia. Una storia che può tranquillamente essere quella di molti di noi.
Inizia a lavorare, sempre con il fiato sul collo della precarietà: contratti a tempo determinato, stage mal pagati a fronte di sacrifici enormi.
La sua passione è tanta ed è quello che lo tiene acceso nel suo percorso, si imbatte in una persona che crede in lui, che alimenta la sua passione e gli dà fiducia… questa persona viene a mancare in un incidente sul lavoro, sotto una carica di elefanti, e ad Andrea, oltre all´amarezza per un amico scomparso, rimane quella miccia del cambiamento. Andrea è una candela che si sta accendendo.
La vita lavorativa si incrocia con quella personale e Andrea diventa un “ragazzetto cresciuto”.
La candela appena accesa, si affievolisce per dar spazio ai doveri, così Andrea inizia a lavorare per grosse multinazionali come responsabile scientifico e poi manager.
Inizia a sentirsi incapsulato in un sistema che gli dice quello che deve fare. Tu sei questo, quando fai i colloqui di lavori devi essere questo, non puoi essere altro.
Lavora 18 ore al giorno imbrigliato in un personaggio, in un manager che per lo stipendio non sta facendo quello che vuole, ma quello che deve.
Dove è andato a finire quel ragazzo che guardava Quark e sognava di poter vedere i leoni?
Dov´è quel ragazzo che faceva le nottate sui libri per poter dare un contributo all´ambiente con il suo lavoro?
È nascosto dentro ad una giacca troppo seria, e strozzato da una cravatta che gli toglie il fiato.
All´ennesimo contratto scaduto, Andrea decide che è il momento di prendere in mano la sua vita.
La candela si riaccende in un pomeriggio davanti al pc, le parole che digita sono 3 “Africa, safari, guida naturalistica”, così si apre una pagina con il suo futuro.
Si iscrive ad un corso AFGA per diventare guida di safari, sostiene un esame teorico con 250 domande aperte e superato, parte per la Namibia, per sostenere la pratica.
Finiti gli esami, sostiene il colloquio con Wilderness Safari e lo supera! Torna in Italia per un mese e si prepara a ripartire come guida e a dislocare la sua vita!
In questo frangente il ragazzo cresciutello diventa Uomo.
Andrea mi racconta di come si sia reso conto che in Africa stava nel posto giusto, al momento giusto, di quanto ora sia sereno, di come abbia imparato a vivere meglio con se stesso.
E nelle sue parole io mi ci rivedo, qui in Germania.
Una frase mi colpisce “Avrei dovuto ascoltarmi di più quando ero piccolo”.
E mi rendo conto di quanto poco mi sono ascoltata anch´io per anni.
Ora Andrea non lavora più 18 ore al giorno, ma ne lavora 24. Porta le persone a scoprire un mondo nuovo, il mondo dove lui si sente a suo agio, e mi racconta che “tutti vogliono vedere il leone, ma capita che a volte non ci si imbatta e allora io posso far vedere tutto quello che c´è intorno al leone”. E questo è il suo lavoro, quello che vuole fare, non quello che deve fare.
Mi ricordo le parole di Gabriele : “se tu sei contento del lavoro che fai, perché è quello che vuoi, io ti stimo, se invece lo fai con rabbia, ti alzi ogni giorno lamentandoti, allora non stai vivendo”
E Andrea rafforza questo concetto dicendomi che per anni ha vissuto una vita che non era sua.
Legata al materiale, ai giudizi verso se stesso, ai “devo fare”, “devo dire”. E ora l´Africa lo ha liberato. E il passaggio per quella vita che non era sua, era necessario per apprezzare quello che ha ora.
Io questo ragazzone l´ho conosciuto giovane e lo ritrovo, ora, Uomo. Non che nei suoi occhi non ci fosse stata quella candela…sia chiaro, era solo debole. Ora a distanza di anni, la luce è più forte e determinata a non spegnersi.
Se volete farvi raccontare della sua Africa, viverla attraverso quella luce vi consiglio di fare un salto nel suo blog Adventure Life Project Africa (http://adventurelifeprojectafrica.blogspot.de/) nato per far conoscere il suo punto di vista, l´Africa vista dai suoi occhi e per dare spunti di riflessione sulla vita.
Se volete contattarlo:
adventurelifeproject@gmail.com
apompele@gmail.com
Vi lascio con una frase: La Savana è come la vita, corri avanti e indietro per cercare qualcosa che probabilmente non vedrai, poi ti fermi, rallenti e ti accorgi che ce l´avevi davanti agli occhi.
ps: dimenticavo!
Andrea e Gabriele hanno un´altra cosa in comune, a parte la cocciutaggine nel raggiungere i proprio obiettivi… I TATUAGGI!
Gentili signorine… ecco a voi…
Tags: Africa, Aosta, Chef Rubio, Italia, lavoro, savana
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