EINESPRESSOBITTE PER IL MERCATO DEL LAVORO: INTERVISTA!!!

Scritto da Simona Luddeni. Stanza: Laboratorio

 

 
 
Vi ho già parlato di questo giornale! Si chiama Il Mercato del Lavoro e vi rimando al link per maggiori informazioni!
Tempo fa la Dott.sa Romagnolo mi ha proposto un intervista che a mia volta vi ripropongo qui!

 
Spero vi faccia piacere leggere “un po’ di me”! Ogni tanto mi manifesterò su questo giornale con qualche pillola di vita dalla Germania!

 
A voi 😀
 
“Realizzare un sogno a volte è possibile. Avere il coraggio di mettersi in gioco e cogliere le opportunità che la vita ci può offrire è possibile. Certo non è facile, sono tempi duri in cui l‘economia è in profonda crisi: il mondo del lavoro è caratterizzato da una sempre maggiore flessibilità e precarietà, e l’insicurezza e le
difficoltà, sempre crescenti, non permettono di guardare con speranza al proprio futuro.
Ma la cosa ancora più grave è che nessuno sembra darci una risposta chiara e veritiera (se no sempre e solo “politica”) su quello che è poi il nostro diritto al lavoro; sembra che ci abbiano strappato le nostre certezze, e nessuno sia in grado di dirci quando potremmo ricominciare a vivere con la serenità indotta da una economia positiva.
Sarebbe doveroso avere delle risposte che ci permettano di ritrovare la speranza e la forza
di costruirci il nostro futuro…
È proprio per questo motivo, con questa rabbia nel cuore, che abbiamo deciso di pubblicare sul nostro giornale le storie di chi è riuscito a fare della propria passione un lavoro, a volte “inventandosi” un’attività.
Speriamo che questo possa essere fonte di ispirazione per chi cerca lavoro, per chi sogna di cambiare vita e per chi ha delle idee innovative, ma che non sa come svilupparle. Forse le nostre parole vi sembreranno utopistiche, ma a volte è bello aggrapparsi a un sogno e credere che sognare, anche in questo Paese sia possibile. A volte bisogna trovare la forza in noi stessi e nelle nostre possibilità e non permettere mai a nessuno di infrangere il nostro sogno. Attraverso queste storie noi desidereremmo spronarvi a “provarci”, “crederci” e “osare” nell’inseguire il vostro piccolo-grande sogno… qualunque esso sia.
Questo è l’augurio e la speranza della redazione de «Il Mercato del Lavoro»”

 
 
Rubrica dei Sogni – Simona, emigrata italiana in Germania!

 
Simona 29 anni e 30 mesi (il suo modo per dire 31 anni e rotti), metà calabrese e metà valdostana, ha aperto da poco il Blog EinEspressoBitte che vorrebbe “far sorridere di me e con me su questa mia buffa vita da “Expat”. Una ragazza curiosa, ma soprattutto “viva” con una gran voglia di vivere, ma anche dall’animo inquieto… e un po’ Peter Pan!

 
Negli anni ha cercato di “evadere” e cambiare vita, ma senza mai trovare il posto giusto.
Fino al 2011, anno in cui è arrivata in Germania! È da questa sua esperienza che nasce il suo blog!

 
 
Chi era Simona prima di lasciare l’Italia?

Simona prima di lasciare l’Italia era una figura mitologica con doppio passaporto: Nord e Sud, che però non sentiva di appartenere ne all’una ne all’altra parte del paese!

 
Mi sono sempre sentita “Straniera nel posto dove sono nata” e la cosa era evidente anche all’esterno. Ad Aosta mi dicevano “Ma tu non sei di qui”, nonostante io ci fossi nata e cresciuta. E le volte che mi sono avventurata al Sud… mi son sentita dire la stessa cosa!

 
Ok diciamo che l’aria snob poteva destare sospetti…
Ho iniziato a viaggiare giovanissima, la mia prima esperienza all’estero risale a quando avevo 15 anni, un viaggio studio in Inghilterra che mi ha aperto la mente, mi ha fatto amare l’inglese… e capire che oltre i confini ci potevano essere delle opportunità!

Perché hai deciso di lasciare l’Italia?
 
… perché? Perché l’Italia mi ha lasciata andare… Hai presente quelle coppie che stanno insieme da anni per abitudine? Ecco io e il Bel Paese stavamo insieme per abitudine… lui non mi dava più stimoli, e tutto quello
che faceva non mi stava bene, mi irritava, e pian piano mi sono interessata ad un altro…
Paese! Diciamo che il colpo di grazia me l’ha dato la mia ultima esperienza lavorativa nella Pubblica
Amministrazione, ho fatto un concorso, ho studiato, l’ho superato e ho iniziato a lavorare pensando di poter cambiare le cose… e invece quelle cose stavano cercando di cambiare me.
Hai presente quei film in cui c’è una persona nitida ferma in mezzo alla folla che passa velocemente?
Ecco il mio feeling era quello… ferma in un sistema che scorreva velocemente… nella maniera sbagliata per me! Ho immaginato mio figlio e non ho visto un futuro per lui. Non riuscivo ad immaginarlo. Il mio
pensiero era condiviso anche da mio marito. Perciò abbiamo deciso di andare.

 
Quali erano le tue aspettative?

Un’unica grande aspettativa: che potesse esistere un sistema diverso, dove sentirmi a mio agio!

 
Di cosa ti occupi al momento?

Al momento imparo il tedesco! Sono all’ultima fase di “completamento”. Ho pensato fosse giusto parlare la lingua del paese che mi ospita, in questo periodo son sopravvissuta benissimo con l’inglese e il francese, ma in autunno inizierò a lavorare e voglio avere in curriculum anche e soprattutto il tedesco.

 
Credi che ci siano maggiori possibilità lavorative?

Per quella che è la mia esperienza, non esiste il paese della cuccagna, ma esistono paesi che danno più opportunità di altri. Sicuramente qui, l’investimento sui giovani laureati è concreto. In Baviera sono molto richiesti i tecnici, soprattutto gli ingegneri, le aziende sono molte e in continua ricerca.

 
Fondamentale è la conoscenza delle lingue, il tedesco in primis. Alcune aziende assumono anche con il solo inglese, ma poi è necessario imparare la lingua del posto.
Io consiglio sempre di mettersi in mano alle agenzie di Recruiting che mettono in contatto
lavoratori e aziende. In generale il lavoro non manca, bisogna avere volontà e voglia di reinventarsi! Comunque ribadisco che è fondamentale la conoscenza di più lingue. I corsi di tedesco sono molti e per tutte le tasche. Ci sono le Volksschule che hanno costi contenuti e solitamente prevedono 3-4 ore di lezione a settimana, oppure il famigerato Integrationskurs, un corso finanziato dallo Stato, e prevede agevolazioni per redditi bassi. Si tratta di una full immersion di 5 giorni a settimana per 4 ore al giorno!
 Lo inizio a breve! Spero di uscirne viva per potervi dire com’è.

 
Parlaci del tuo blog.
Perché lo hai chiamato EinEspressoBitte?

Perché è la prima frase che ho imparato in Germania ed è quella che uso più spesso! Dal punto di vista della grammatica non è corretta, si dice «Einen Espresso Bitte», lo so… ma detto veloce all’orecchio suona
come l’ho scritto io!
È una frase a cui voglio bene… perché mi fa sentire un po’ tedesca e un po’ italiana!
Se cercate un blog con pagelle, paragoni, post malinconici o nostalgici, rimpianti, piagnistei,
se, ma, boh, forse o roba del genere, NON cliccate sul link http://einespressobitte. blogspot.de/!!!
Gente avvisata, mezza salvata! Non dite che non ve l’avevo detto! Se invece cercate un’iniezione di positività… eccomi, sono qui per questo! Entrare nel mio blog significa entrare nella mia esperienza di immigrata italiana, nel mio modo di vedere le cose in positivo, nel mio mondo dove si danno e si ricevono sorrisi, significa ridere di me e con me su questa vita!

 
Cosa consiglieresti a chi vorrebbe compiere la tua stessa scelta?

Consiglierei di farlo se si è veramente motivati, cambiare paese significa anche e soprattutto confrontarsi con una cultura diversa. Venire qui o in qualunque altro posto per poi lamentarsi che non si riesce a mangiare come a casa, che le abitudini sono diverse, che la gente è diversa… è inutile e poco costruttivo, per non dire stupido… l’ho detto?
Sì l’ho detto! Venire qui e prendere il più possibile quello che c’è di buono, confrontarsi e ragionare sulle diversità, accettarle o plasmarle per la propria persona… questo permette di migliorare veramente sé stessi!
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A cura di Cristina Romagnolo
@Mercato__Lavoro
 
 
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Commenti (2)

  • tiziana heiss

    |

    Simona fattelo dire: sei una grande!!! A volte scrivi delle cose che frullano anche a me nel cervello…
    Anche io ho un passato molto simile…nata nella provincia di Como e a 6 anni trasferita con la mia famiglia in Sicilia…a scuola mi prendevano per il culo per il mio accento da polentona…
    Anche io ho fatto la mia prima esperienza a Londra a 14anni…”vacanza studio”, durante la quale ho imparato + napoletano in college che inglese

    Rispondi

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