Il 21 gennaio 2014 sul Fatto Quotidiano (Emilia Romagna), Matteo Cavezzali, ha pubblicato un pezzo dal titolo “Italiani all’estero, ecco come passano realmente il loro tempo”.
Inizialmente ho cercato di leggerlo con ironia, arrivata alla fine, sono rimasta perplessa, l’ho riletto, e di ironia ne ho trovata ben poca.
Però al posto dell’ironia ho trovato il famoso discorso del:
“me l’ha detto mio cugino che gliel’ha detto tuo fratello che l’ha detto a tuo cognato che ha uno zio che vive a Parigi, ma forse no, vive a Madrid…non me lo ricordo, ti mando un fax”
Concetto riassunto dal Cavezzali con: “un’ indagine trasversale”. Quindi l’articolo non viene scritto per conoscenza diretta, ma per sentito dire…(immaginate quanto hanno da dire questi tre puntini di sospensione).
Il mio blog nasce anche per combattere la “lamentosità” di alcuni miei connazionali espatriati, l’ho ripetuto più volte, espatriare non è come andare in vacanza 3 settimane per poi rientrare, espatriare è trasferire la propria vita in un luogo diverso, vivere la propria vita in un’altra lingua, affrontare differenze culturali, scavalcare muri… o perlomeno non sbatterci contro.
Nasce per combattere i pregiudizi e per smentire i “sentito dire”, sia nei confronti dei tedeschi sia nei confronti degli italiani!
Io per prima riconosco dei limiti culturali al nostro paese, e a volte, questi limiti si ripercuotono su di noi… ma una cosa non tollero: il livore… e l’articolo del Cavezzali trasuda questo sentimento.
Forse la rivalità tra Nord e Sud Italia non fa più notizia, forse ci voleva qualcosa di diverso… qualcosa di più attuale… come fomentare l’odio tra italiani rimasti in patria e italiani volati all’estero.
Forse Massimo d’Azeglio aveva ragione quando diceva “Purtroppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani”, forse il fatto che ci abbiano uniti dal punto di vista geografico non significa che lo siamo dal punto di vista culturale, forse è il caso che iniziamo a guardarci in faccia e a dirci come stanno realmente le cose.
Immagine tratta da Internet