VITA DA EXPAT: ANDATA E RITORNO, FONTINA & POLENTA!
C’è una domanda che mi perseguita da quando sono espatriata… perché? perché? Perché ogni volta che rientro a casa in Italia, al ritorno ho la macchina carica a spezzare neanche facessi un trasloco? Cos’è quella forza sovrannaturale che mi spinge a riempire ogni angolo utile dell’auto? Roba che sto diventando una campionessa internazionale di Tetris… ormai posso incastrare la qualsiasi cosa anche ad occhi chiusi!
Ad essere sinceri l’agonia inizia già all’andata… tuonano in alto frasi tipo:
“oh… questa volta non porto niente a nessuno, macchina libera, solo un bagaglio”. E puntualmente il giorno della partenza, attorno al “solo un bagaglio” spuntano sacchetti e sacchettini, pacchetti e pacchettini… infatti ho detto “solo un bagaglio” mica “solo un sacchetto”!
Così si parte, destinazione Valle d’Aosta, 8 ore di macchina.
Aperta parentesi “lamentosa”:
… sì 8, se va bene che non troviamo coda… per chi non lo sapesse la Valle d’Aosta è in culonia… connessa “adminkia” sia con treno che con aereo (ci sarebbe pure l’aereoporto, ovviamente chiuso) e per non farci mancare niente, abbiamo il piacere di attraversare tuuuuuuutta la Svizzera con i suoi limiti cangianti… sì cangianti perché cambiano ogni 10 minuti. Quindi per essere sicuri di essere ben accetti… tendiamo a contribuire all’economia svizzera con le multe!
ok… si potrebbe pure passare da Milano, ma le ore rimarrebbero sempre 8.
Chiusa la parentesi “lamentosa” (suvvia, ogni tanto fatemela fare).
Dicevamo che se già l’andata è un problema, figuriamoci il ritorno!
Io “calabrovaldostrana”, con doppio passaporto: nord e sud da tirare fuori all’occorrenza (a mò di banderuola :D), ho da fronteggiare i miei che cercano di affibbiarmi olio, soppressate, nduja, origano, passata di pomodoro fatta in casa, bottiglie di limoncello… e gli amici che mi scaraventano addosso fontina, polenta, tegole, pane nero.
Una roba che può creare seri sdoppiamenti di personalità 😀
Ogni tanto sento il bisogno dello psicologo ” dottore mi aiuti, non so se mangiare Fontina o ‘nduja!”.
Così inizia il valzer dei tentativi di rifiuto:
no mamma, la salsa è buona, lo so che è fatta in casa, ma ne ho ancora di 3 anni fa… ti ricordi quando me ne hai mandato un bancale? Ecco… sta ancora lì imballata, quando la finisco, supppergiù nel duemilaecredici me ne porto altra.
no mamma, la soppressata pure è buona, ma non so dove metterla, il mio frigo grida “pietà, aiutatemi, smettila di riempirmi a ciuccio”.
sì mamma, mangiamo, stai tranquilla…. no mamma, lo zabaione no… non ne abbiamo bisogno! Sì va bene, il latte di mandorla me lo porto via… no, non due casse! Due bottiglie bastano!
E così via fino allo sfinimento… quello mio ovviamente!
Passato lo step mamma… si passa ai parenti!
Mi devo destreggiare tra prodotti napoletani e cioccolato svizzero, e rifiutare è impossibile… anche perché io personalmente non rifiuterai mai il mio amato Frigor! Anche d’estate, non importa, potrei passare l’intero viaggio con le mani fuori dal finestrino per fare vento al Frigor in modo tale che non si sciolga!
Fatto il carico dai parenti… ecco il livello amici… e qui devo fare outing:
in 29 anni e 48 (quasi) mesi non mi sono mai filata polenta, Fontina, tegole e tutto il repertorio valdostano, o meglio… non me lo andavo a cercare, ora che sono qui, mi sveglio la notte con la voglia di Fontina… robe mai viste in vita mia, tipo che la mia amica a cena mi ha fatto la polenta concia e ne ho mangiata come se non ci fosse un domani… avevo la bava alla bocca… avete presente Fantozzi e le polpette di Bavaria? Ecco sembrava non mi dessero da mangiare da mesi… mio marito ogni tanto si girava dicendo “Tu mancia Polenta”?
E io stavo tipo così:
Ho incontrato un’altra mia amica e neppure le ho chiesto come stava: ciao, la prossima volta voglio la polenta col cervo.
Ora penso che lo psicologo non basti più… forse è meglio iniziare a cercare l’esorcista! Esci da questo cooooorpo… tu e la tua voglia di polentaaaaaaaaaaaa”
Voglio dire… stiamo andando verso l’estate, una voglia un po’ più fresca no?
Così, eccoci ripartire, con la macchina piena zeppa della qualsiasi cosa, roba che se in dogana mi aprissero il bagagliaio esordirei con “guardi io lo apro pure, ma poi lo richiude lei eh” ” e poi non si lamenti per il puzzo di Fontina… ha voluto aprire lei, si assuma le sue responsabilità”
Quindi, la morale del post qual’è?
Semplice: se venite da queste parti, portatemi Fontina e Polenta!!!!
Tags: Aosta, Germania, Italia, viaggi
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Commenti (4)
PostcardsfromSwitzerland
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Come ti capisco…ho capito che c’era qualcosa che non andava in me quando ho cominciato ad esportare i crackers del Mulino Bianco. E considerando che spesso viaggio in aereo, non ti dico le facce della sicurezza negli aeroporti quando aprono la mia valigia per un controllo e vedono merendine, biscotti, bresaola e chi più ne ha più ne metta.
Cmq adesso che mi sta per finire l’olio sto facendo la conta dei giorni che mi mancano a tornare in Italia!!!! Oppure darò mezzo stipendio agli svizzeri e compro il Monini…
Un saluto
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Simona Luddeni
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Idem! Soprattutto per l`olio! Qui è una delle poche cose che mi costa mooolto di più!!!! Roba che devo cedere un rene per 1 litro!!!
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Mauri
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Simona racconti tutto con grande ironia.. e devo dire che mi ritrovo in molte cose che scrivi. Io vado giù con la valigia quasi vuota e torno su che esplode!
Una curiosità, hai mai avuto beghe in dogana?
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Simona Luddeni
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Grazie Mauri! Nessun problema… i controlli sono solo per i residenti in Svizzera!
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